Liseiret

L'ANGOLO DELLA VIGNA
di Anna Schneider

I genitori dello Chardonnay

La molteplicità di aspetti, colorazioni, attitudini e performances dei vitigni oggi coltivati appare sorprendente e a ragione è considerata in molti Paesi a tradizione viticola un patrimonio prezioso. Ma se la diversità dei vitigni esistenti è un concetto ormai consolidato, forse meno conosciute sono le ragioni di tanta diversità. Quali sono, dunque, i fenomeni che stanno alla base dell'origine delle varietà che oggi coltiviamo, utilizziamo, apprezziamo?
Le cultivar di vite tradizionali hanno avuto origine essenzialmente attraverso due tipi di eventi: la mutazione, anche per un solo carattere purchè di importanza fondamentale (come la precocità di maturazione o la quantità di pigmenti della buccia dell'uva), e la riproduzione sessuata, con lo sviluppo di piante da semi.
La prima via è quella che ha condotto, ad esempio, al folto gruppo dei Pinot (bianco, grigio, precoce, Meunier, ecc.), a cultivar diverse di Canaiolo (nero, bianco, rosa), ai Traminer (Savagnin blanc e Gewürztraminer). Il genoma degli individui così originati è ovviamente molto simile a quello delle piante madri.
La riproduzione sessuata, invece, attraverso la ricombinazione dei caratteri dei due genitori, porta teoricamente ad infinite varianti... una vera e propria esplosione di diversità!
Con moderne tecniche di analisi degli acidi nucleici, utilizzando alcuni tipi di marcatori molecolari e compiendo molte serie di analisi, è possibile teoricamente stabilire con quale probabilità alcuni individui sono stati generati dall'incrocio di due specifici genitori, sempre che ovviamente si abbia la fortuna di prendere in esame figli e rispettivi padri e madri.
I probabili genitori dei vitigni attuali possono essere cultivar ancora oggi presenti, oppure cultivar un tempo diffuse ed oggi scomparse, o ancora forme di vite selvatica. L'idea di ricercare i rapporti di parentela tra i vitigni tradizionali non è affatto nuova, per la verità. Ciò che il progresso della biologia molecolare offre attualmente sono i metodi d'indagine: non più intuizioni basate sull'osservazione dei caratteri morfologici e/o tecnologici (peraltro preziose), ma strumenti scientifici oggettivi e rigorosi.

Indagando sull'origine di un nutrito gruppo di varietà da vino del Nord-est della Francia sulla base del profilo del DNA, si è calcolato che vi sono altissime probabilità che ben 16 cultivar, tra cui il rinomatissimo Chardonnay (oltre a Gamay nero, Auxerrois, Melon, Aligoté, Romorantin, ecc.), derivino da un incrocio tra Pinot e Gouais blanc. Per la precisione, l'incrocio in questione è risultato dalle 1012 alle 1015 volte più probabile nello spiegare l'origine dei vitigni citati di quanto non sia qualsiasi altro possibile incrocio casuale tra le oltre 300 cultivar esaminate.
Ma quando si sono verificati gli incroci, probabilmente spontanei, che hanno prodotto una discendenza così interessante?
E' difficile dirlo, ma, tenendo conto che per i vitigni in questione le prime accertate citazioni vanno dal Medioevo a uno, due secoli fa, è plausibile che tali incroci si siano verificati in tempi diversi. E perchè proprio il Pinot, vitigno noto quanto "vecchio", e il Gouais blanc, forse altrettanto "vecchio", ma assai meno noto? Quest'ultimo vitigno, chiamato Weisser Heunisch nei Paesi di lingua tedesca, era diffuso in epoca medioevale in tutta l'Europa Centrale (compresa la Francia Settentrionale): coabitava dunque in molte zone con il Pinot. Si ritiene che ciò che ha dato particolare successo all'incrocio tra queste due cultivar sia la rilevante distanza genetica, come a dire, la scarsissima somiglianza tra di esse.
Forse a qualche Piemontese potrebbe interessare sapere che il Gouais blanc si insinuò pure nella nostra regione, ed anzi, forse, vi occupò un posto di un certo rilievo, come sembrerebbe dimostrare la sua presenza, benchè ormai sporadica, in valli montane piuttosto distanti tra loro: il Liseiret dell'Alta Val Bormida, la Blancio della Val Maira e il Preveiral delle vallate pinerolesi sono tutti sinonimi del rustico Gouais, un vitigno prodigiosamente fertile, generoso di uve dalla spiccata acidità, giunto fino a noi dai "secoli bui".

Per saperne di più

Bowers J. et al. - 1999 - Science, 285, 1562-1565
Viala P.,Vermorel V. - 1901-1910 - Ampélographie (Vol.I-VII)