L'ANGOLO DELLA VIGNA
di Anna Schneider

A proposito di vite e OGM....

Tecniche di biologia molecolare, incluse quelle più propriamente di ingegneria genetica, sono allo studio o vengono già applicate in campi tra i più disparati:
da quello medico, al farmaceutico, all'agro-alimentare, all'ambientale. L'ottenimento e l'utilizzo in agricoltura di organismi geneticamente modificati (ogm) rappresenta oggi uno dei temi che polarizza i più accesi dibattiti.
A proposito di vite e ogm, una recente normativa è stata accolta con accese proteste e polemiche. Mi riferisco alla proposta di direttiva della Commissione europea, votata favorevolmente dall'Europarlamento se pure con alcuni emendamenti il 24 ottobre 2000, che modifica la direttiva 68/193/CEE relativa alla commercializzazione dei materiali di moltiplicazione vegetativa della vite.
La nuova regolamentazione, con lo spirito di favorire la libera circolazione dei materiali di propagazione della vite nella Comunità, aggiorna le norme che regolano tale settore per quanto attiene, ad esempio, a nuovi tipi di materiali (tralci erbacei e piante micropropagate), alla definizione di varietà, clone e genotipo, alla classificazione dei materiali, ecc..
Ha suscitato scalpore il fatto che in più punti si faccia riferimento a viti geneticamente modificate.
Nella normativa si stabilisce infatti l'adozione da parte degli Stati membri di "una lunga fase di sperimentazione di congrua durata per l'accertarsi che l'emissione
deliberata non comporti rischi per la salute dell'uomo e per l'ambiente", che esse "siano chiaramente indicate come tali nel catalogo delle varietà" e "sulle etichette apposte sui materiali di moltiplicazione e su qualsiasi altro documento accompagnatorio": si tracciano, in definitiva, alcune norme per l'utilizzo di materiali gm.
Ma non vi è alcuna autorizzazione a commerciarli, per la quale invece viene indicata come base giuridica un'apposita direttiva, la 90/220/CEE (relativa alla emissione nell'ambiente di ogm) "così come modificata".
Quest'ultima normativa, che era in corso di modifica al momento in cui la direttiva sui materiali di moltiplicazione della vite veniva proposta, è stata approvata mediante procedura di conciliazione il 14 febbraio 2001. Per quanto concerne invece il settore dei nuovi alimenti si fa riferimento al regolamento CE n. 258/97.
Non un via libera né alle viti né al vino gm, dunque, ma anzi, in tema di biodiversità, l'auspicio a "garantire la conservazione delle risorse genetiche".
Com'è noto, questo testo è invece stato fortemente avversato da associazioni ambientaliste e non, da alcuni componenti del nostro governo, e ha suscitato le sdegnate proteste di organi d'informazione tra i più accreditati.
Molti si sono pronunciati contro gli ogm in viticoltura, ritenendo che questi possano attentare alla naturalezza, alla genuinità, alla tipicità e forse anche alla sacralità di una bevanda dai significati assai profondi per noi popoli mediterranei.
Non si vuole qui affatto entrare nel merito della questione ogm sì - ogm no, ma ci dispiace aver letto frasi come "le viti come Dolly" e invettive giunte da più parti contro "la clonazione della vite" tecnica ritenuta aberrante da chi ignora che essa è alla base della stessa viticoltura e del suo progresso da migliaia di anni. Propagare infatti una pianta vegetativamente per innesto, talea o propaggine porta ad ottenere un clone.
Tutto ciò fa riflettere su quanto il clima, particolarmente rovente sull'argomento ogm, rischi purtroppo di ostacolare un dibattito sereno e costruttivo, seriamente fondato su rigorose valutazioni scientifiche (la ricerca scientifica serve anche e soprattutto a questo!), così come auspichiamo per un tema tanto delicato e complesso.