L'OPINIONE DEL PRESIDENTE
di Moreno Soster

Il Collio, un’occasione

 

Un cielo mutevole di nuvole nere, squarciato diagonalmente da lame di sole caldo e improvviso, ha accompagnato il viaggio del Consiglio OICCE nel Collio friulano e sloveno.
È stata un’occasione per vivere alcuni giorni insieme, per capire meglio il nostro sperimentare e la nostra curiosità di metterci alla prova, di confrontarci con noi stessi e con gli altri. Si chiudono le porte del pullman ed entri in quella dimensione spazio-temporale che è il viaggio, in cui si concentrano le aspettative ed i dubbi, le emozioni e la tensione di una fuga dalla routine quotidiana.
Così abbiamo incontrato aziende e imprenditori con le loro storie e la propria passione maturata in un passato fatto di intuizioni che sono diventate le realizzazioni del presente che alimentano i sogni del futuro.
Anche chi ha avuto successo, ti sorride, ringrazia, ma non si monta la testa. Ed è già alla ricerca di qualcosa di nuovo da proporti per domani. Camminando tra presse, serbatoi, linee di imbottigliamento e fusti di affinamento abbiamo compreso le tante strade per coltivare l’amore per il proprio lavoro e per esprimere la volontà di raggiungere elevati livelli enologici massimizzando le potenzialità della vigna e la naturalità dei vini. Qualcuno affida le proprie fortune alla netta precisione dell’acciaio ed all’interpretazione estrema delle più moderne tecnologie. Qualcuno utilizza solamente il legno, per vinificare e per affinare, in una laboriosa, certosina e quasi mistica opera di costruzione della trama e dell’ordito di vini dal tessuto intrigante e sontuoso.
Il Collio è terra di vini bianchi, che hanno saputo reinventarsi attraverso un uso oculato delle tecniche enologiche più evolute. Questi vini hanno profumi delicati e strutture da rossi; anche nelle realizzazioni più estreme evocano sensazioni nette, pulite, seducenti. Ma i vini, anche quelli buoni, occorre saperli vendere. E se il rosso, per molti è “il vino” allora occorre dare un senso enologico e commerciale anche ai bianchi.
Per questo a Cormons ci hanno illustrato le attese per un loro studio sull’abbinamento tra vino bianco e cucina di mare, per corroborare le già note affinità edonistiche e gastronomiche con più sostanziali e moderne puntualizzazioni nutrizionali e salutistiche. Se il “french paradox” ha fatto molto per il vino rosso, “the fish-way of whites” potrà altrettanto per il vino bianco?
Per noi partiti dal Piemonte, terra di vini rossi di eccellenza, è stato un piacere attraversare queste vigne di bianchi straordinari. Ed è riecheggiato a lungo l’ammonimento di un produttore a riflettere sul fatto che ognuno deve cercare di dare il meglio di ciò che sa e può fare, senza pretendere di sapere fare tutto. Un’occasione di riflessione sulla nostra insufficiente capacità di realizzare sinergie per dare un’immagine ampia e coerente della produzione vinicola italiana sul mercato del mondo, sfruttando le capacità di ognuno per valorizzare il lavoro di tutti . Ma insieme, con una visione complessiva e organizzata che possa fare apprezzare meglio le tante sfumature del prodotto italiano.
Le strade del Collio si inerpicano tortuose per basse colline vellutate di vigne e di boschi: le spalle alle Alpi, lo sguardo al mare. Dalla chiesetta di Kojsko l’orizzonte è ampio, il respiro profondo per l’emozione di un confine che spunta da una collina, si ritrae, ricompare più in là: è Italia, no, è Slovenia.
Per fortuna, e per saggezza, da qualche tempo non c’è più confine. E il cartello con il cerchio di stelle che c’è qui e lì, nel valico di frontiera, ci conforta sulla nuova prospettiva che si apre per questa terra e per questa gente.
Ci vorrà tempo. Bisognerà ridisegnare il territorio, alimentare la cultura, rimuovere i pregiudizi. Abbattuti i muri fisici e le barriere di filo spinato, occorrerà lavorare per un futuro comune in cui la produzione vitivinicola del Collio sia considerata nella sua interezza geografica, culturale, economica. Solo così potremo comprendere le due facce di una stessa medaglia, vivere l’occasione di un solo vigneto che si riabbraccia.
Il nostro viaggio in Collio è stato così piacevole anche perché organizzato e guidato da persone ospitali e competenti con le quali sarebbe importante sviluppare in futuro delle attività più strutturate, in quel percorso di crescita di OICCE in ambito nazionale che stiamo seguendo da tempo.
Anche questa è una delle prospettive, è un’altra occasione che questo nostro viaggio in Collio ci offre.