EDITORIALE
di Giusi Mainardi

Telescopi, microscopi e bastoni bianchi

L’universo che ci circonda è difficile e complesso da interpretare. È talmente complesso che i nostri sensi, da soli, non ci permettono di analizzarlo e di spiegarlo. Possiamo toccare quello che ci circonda immediatamente, vedere e sentire quello che sta un po’ più lontano, spostarci e viaggiare per allargare i nostri confini, ma tutto questo è ben poco a confronto di quanto c’è da conoscere, da analizzare, da capire.
Meno si riflette e più pare di avere tutto sotto controllo.
Ma a pensarci bene, di fronte ad una immensa parte di realtà siamo come ciechi: non vediamo il magnetismo, non contiamo gli atomi, non sentiamo le onde gravitazionali o gli ultrasuoni…
L’universo e le sue regole oltrepassano i limiti dei nostri sensi. Per questo, come un cieco utilizza il suo bastone bianco per toccare più in là di quanto le sue mani non consentano, noi utilizziamo i “bastoni bianchi” della scienza, che ci permettono di conoscere il mondo: microscopi, telescopi, bilance, apparecchi di laboratorio, microfoni, sonde e mille altri strumenti.
Ci siamo anche dotati di strumenti immateriali, ma non per questo meno potenti: la statistica, il confronto dei dati, il metodo sperimentale, l’analisi delle fonti. In breve, il metodo scientifico ha permesso di prolungare idealmente il bastone bianco fino a tastare l’immensamente lontano, l’immensamente grande, l’immensamente piccolo.
Non usare i metodi razionali di misura e analisi significa rompere il bastone, riprendere a procedere a tastoni e andare a sbattere contro il primo ostacolo. Il colpo può essere leggero, ma più spesso è forte e comunque non è mai piacevole. Ed è senza costrutto se si pensa che l’alternativa c’era.
Le attività dell’OICCE si propongono di promuovere l’utilizzo degli strumenti che ci permettono di analizzare in profondità ed ampiezza il mondo dell’enologia.
In che modo? Utilizzando al meglio delle nostre capacità i principi che ci presenta la scienza moderna; favorendo le conoscenze ed i confronti, presentando metodi di analisi e di interpretazione dei dati.
È un approccio che non riguarda solo le fasi di produzione e le tecniche enologiche. Anche il mercato del vino e delle macchine enologiche rappresenta un insieme di dati che devono essere misurati ed analizzati per poter prendere delle decisioni ragionate e ragionevoli. Non ci si può fidare solo del proprio intuito e del proprio fiuto: questo significa ignorare o persino rompere il bastone che ci aiuta ad orientarci.
Tale non è il punto di vista di OICCE e dei soci che la sostengono. Insieme lavoriamo per costruire, identificare, utilizzare gli strumenti che ci aiutano ad andare avanti in modo consapevole.
Per questo abbiamo iniziato da due anni delle indagini sulla realtà delle cantine italiane, abbiamo organizzato un workshop sul marketing rivolto alle aziende meccaniche e un convegno sull’attualità e i possibili sviluppi delle DOC.
Seguendo questa linea, anche il piano editoriale di OICCE Times comprenderà sempre più articoli in grado di presentare novità tecniche, situazioni di mercato, applicazioni pratiche di teorie innovative nel mondo del vino, indicazioni di analisi sensoriale e molti altri approfondimenti utili ad identificare i punti critici ed a superarli: perché, per non perdersi, l’unica strada da seguire è quella di conoscere sempre meglio e più a fondo il mondo che ci circonda.