BIBLIOTECA OICCE


Francesca Colombini Cinelli
IL VINO FA LE GAMBE BELLE
Edizioni Cantagalli, Siena, 2005
pp. 215, Euro 14,80

Titolo intrigante. Come si farà per avere le gambe belle con il vino? A pagina 107 si trova la risposta: bisogna pigiare a piedi nudi.
Così diceva la tradizione montalcinese e le ragazze ridendo entravano nei tini a premere l’uva.
Questa è solo una delle vivaci pennellate che colorano con mille toni diversi il contenuto di questo libro: dalle lievi primavere, all’estate forte e luminosa, all’autunno colore del vino, all’inverno scuro dove tuttavia brilla sempre un fuoco.
I suoi percorsi di lettura sono molti.
La contessa Francesca Colombini Cinelli racconta una vita vissuta con curiosità, con interesse, con passione. Il libro avvince in ogni pagina.
Secondo un primo filo seguiamo la vita della famiglia Colombini, di antiche radici montalcinesi: il nonno medico, docente all’università di Bologna, che tornava sempre a Montalcino, alla fattoria dei Barbi, per seguire le operazioni di vinificazione, ed aveva un’aria maestosa e cattedratica anche quando era impiastricciato di mosto; l’imperiosa nonna Elina, cuoca eccellente, osannata da tanti illustri ospiti; la bella mamma di nobile famiglia montalcinese, Giuliana Tamanti, che frequentava il mondo colto ed elegante di Roma, Siena, Firenze, ma amava pure recarsi in fattoria e nei poderi. Fu lei che nel 1938 volle fare la vigna sul colle di Poggitoia, dal galestro pulito e grigio-azzurro eccellente per il Brunello.
Figura di riferimento, il padre Giovanni, avvocato, ma anche e soprattutto “agricoltore illuminato”, l’anima della vita e dello sviluppo produttivo della fattoria. Poi Francesca, la bimba il cui mondo vero e libero era Montalcino. Era tutt’uno con questo, così, quando il padre le affidò la responsabilità di continuare ciò che lui aveva iniziato, con tanto impegno e superando le difficoltà, non si tirò mai indietro e diventò l’indiscussa “Signora del Brunello”.
Leggiamo poi dell’incontro con il futuro marito, Fausto Cinelli, dell’arrivo dei figli che “come stelle ti cadono tra le braccia”, quindi le prime “pericolose iniziative personali” di Stefano quando appena camminava, la felicità di Donatella che dal seggiolone, lasciate pappe e semolini, infila le manine in un vassoio e si conquista le pappardelle al sugo di lepre.
Ma il racconto manda molti altri messaggi: la vita della gente di Montalcino, gli artigiani, i contadini, i mezzadri, le “fattoresse”, i lavori nelle vigne e in fattoria, i piatti tradizionali, le tovaglie di tela grezza ricamate di rosso, il linguaggio toscano colorito e trascritto in modo che pare di sentirlo.
Vi si leggono anche i disastri della guerra, le sue durissime lezioni, la ricostruzione, la fine del sistema mezzadrile e il passaggio alla conduzione diretta con le mille nuove difficoltà da superare.
Il finale si illumina del successo mondiale del grande Brunello e dei Barbi diventati un affermato centro di “contadinità” e di cultura.
Senza essere mai bacchettone, attraverso lo scorrere del quotidiano, questo bel libro insegna tante cose.

Atti del Seminario
Studio delle cause che portano
alla presenza di
CONTAMINANTI MICOTICI
nelle uve e nei vini
Ministero delle Politiche Agricole e Forestali
Roma, 2004, pp. 112

Questo volume raccoglie i risultati di un biennio di ricerca che ha visto impegnati l’Istituto Sperimentale per l’Enologia di Asti, l’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano, l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione di Roma, l’Istituto Superiore di Sanità di Roma, il Dipartimento di Anatomia Umana dell’Università di Milano.
Il lavoro è frutto di un progetto del MiPAF nato dall’esigenza di studiare le cause dell’eventuale presenza di ocratossina A in alcuni vini, approfondendo la natura delle variabili che causano le differenza del contenuto di questo contaminante nei vini nazionali ed esteri.
La presentazione di obbiettivi, risultati e aspetti da approfondire in futuro è di Emilia Garcia Moruno (Istituto Sperimentale per l’Enologia di Asti), coordinatore del progetto.
Seguono relazioni sul monitoraggio del tenore di OTA dei vini in commercio, sullo studio di trattamenti volti ad abbattere il tenore di OTA dei vini contaminati, sullo studio della contaminazione delle uve durante la maturazione e dei trattamenti per limitare lo sviluppo di Aspergillus e Penicillum, sullo studio di quanto influiscono sulla contaminazione in OTA alcune variabili come ambiente, varietà, tecnica di vinificazione, igiene di cantina, invecchiamento del vino, possibili effetti della somministrazione di OTA sull’organismo.

AA.VV.
ACTAS DO III SIMPOSIO
da Associação Internacional
de Historia e Civilização da Vinha e do Vinho
A cura di Alberto Vieira
Centro de Estudos de Historia do Atlantico
Região Autonoma da Madeira
Funchal, novembre 2004, pp. 906

Il Centro de Estudos de Historia do Atlantico, presieduto oggi da Josè Pereira da Costa, è attivo (nel più vero senso della parola) nell’isola di Madeira da 20 anni.
È stato creato nel 1985 con decreto legislativo regionale nell’ambito del Segretariato Regionale di Turismo e Cultura.
È una istituzione scientifica con l’obbiettivo di coordinare le ricerche e promuovere la divulgazione della storia delle isole atlantiche.
Dalla sua creazione in poi si è costantemente adoperato a questi scopi con l’organizzazione di ricerche, colloqui internazionali, tavole rotonde sugli aspetti culturali, economici e sociali che hanno caratterizzato la vita delle isole dell’Atlantico.
In collaborazione con la Associação Internacional de Historia e Civilização da Vinha e do Vinho, a Funchal, nell’ottobre 2003 ha realizzato un seminario di grande interesse sulla storia del vino, di cui sono recentemente usciti gli Atti che presentiamo.
La prima parte vede alcuni interventi dedicati al vino e alla vigna nella storia di Madeira, nelle sue relazioni commerciali, la vinificazione nei porti atlantici, il processo di produzione del vino di Madeira; si passa poi al Portogallo continentale con studi sulla viticoltura del Minho, il mercato e le vicende del vino di Porto, la storia e le architetture della regione del Douro.
Studiosi internazionali portano esperienze importanti sul contributo della chimica nell’esplorazione delle antiche origini della vite. Sono poi presentatialtri temi importanti: indagini storiche su banchetti e libagioni rituali presso i Fenici, antiche varietà di vite della Grecia, il vino negli scritti dei Gesuiti nella Nuova Francia del XVII secolo, avventure del vino, archeologia e paesaggio nella regione spagnola della Rioja, storiografia del vino in America Latina, trasformazioni nel Bordolese viticolo, agenti economici nella formazione della moderna vitivinicoltura Atlantico-Europea.
C’è anche un intervento italiano di Rosario Lentini, su Mezzadria e Viticoltura tra 800 e 900 nella Sicilia Occidentale.
Molte altre sono le testimonianze che si susseguono in queste 900 pagine e ci fanno apprezzare i risultati di questo grande e profondo lavoro di ricerca.
Le congratulazioni sono doverose per Alberto Vieira, storico e ricercatore, vice presidente del CEHA, che ha svolto un’opera certamente non facile ma veramente encomiabile, coordinando l’edizione di questi Atti.

Jean-Francis Pécresse
… DES JOURS DE VINS ET DE ROSES
Chroniques vinicoles
du Bordelais et d’ailleurs
Editions Confluences, Bordeaux, 2005
pp. 141, Euro 14

L’autore è giornalista capo-servizio “Economia Generale” al quotidiano parigino “Les Echos” ed è lui stesso produttore di vino nella Gironda, a Saint-Michel-de-Fronsac.
Ogni settimana scrive su “Les Echos Week-End” una cronaca, molto apprezzata, dedicata al vino.
Il libro raccoglie alcuni di questi brevi ed immediati interventi che accompagnano il lettore attraverso i più celebri château ed altre belle realtà vinicole appartenenti fondamentalmente al Bordolese.
Negli intenti di J. F. Pécresse c’è quello di non tenere in questi articoli un linguaggio ermetico perché è contrario allo spirito di convivialità del vino. Gli riesce molto bene. Da vero professionista della parola, in toni immediati e incisivi, con una gestione agile di termini, di aggettivi, similitudini, l’autore sa creare sul vino interesse, trasmettere un’emozione, suscitare un sorriso. Non si atteggia mai a Solone o a “guru”.
Due pagine al massimo per partire da una riflessione, un incontro, un ricordo, una musica, un viaggio ed arrivare felicemente ad una particolare bottiglia ed alle caratteristiche che lo hanno colpito.
Le cronache di Pécresse sono piaciute particolarmente al Consiglio Interprofessionale dei Vini di Bordeaux che ha sostenuto la pubblicazione di questo libro.

Albino Morando
BIOVITIENOLOGIA…
…o no?
Edizioni Vit.En., Calosso, 2005, pp. 239
Albino Morando, ben noto ed apprezzato professionista del settore vitivinicolo, ha scritto questo libro con l’obbiettivo di fornire in modo semplice e immediato gli elementi essenziali per conoscere la vite e la sua coltivazione, come trasformare l’uva in vino e come consumarlo mantenendo sempre ben chiara la distinzione tra le pratiche che rientrano o no nel “biologico”.
L’Autore ricorda come le filosofie di gestione del vigneto e della cantina si possano individuare in Obiettivo quantità, Obiettivo qualità, Obiettivo biodinamico, Obiettivo biologico, ognuno con una sua particolare evoluzione.
Il volume vuole fare anche chiarezza tra quello che, in base all’attuale legislazione, può considerarsi biologico o no.
Interessante a questo proposito la soluzione grafica di scrivere in colore bordeaux tutto quanto non rientra nel biologico.
Cinque capitoli sono dedicati ai vari aspetti della Viticoltura, cinque a strumenti e tecniche dell’Enologia.
L’ultimo capitolo riguarda il consumo del vino, dalla conservazione delle bottiglie, all’assaggio, agli abbinamenti.
Più di 1500 fotografie corredano il testo, rendendolo più diretto e immediato.