BIBLIOTECA OICCE


I FOGLI DI BACCO
Collana edita da Enoteca Italiana, Siena, 2005
info@enoteca-italiana.it

Realizzati nell’ambito del progetto speciale “Vino e Giovani”, quattro piccoli volumi entrano nella collana “I Fogli di Bacco” che ospita studi e ricerche promossi dall’Enoteca Italiana di Siena e finanziati con borse di studio presso l’Università degli Studi di Siena, Dipartimento di Scienze della Comunicazione. Questi “fogli” sono nati per trasmettere le conoscenze acquisite nel corso del progetto “Vino e Giovani”, ma anche per approfondire le tematiche culturali e sociologiche legate al rapporto tra nuove generazioni e vino.
Il “Foglio n. 1” è dedicato a “Media e vino - Elementi per uno studio sulla pianificazione dei mezzi di comunicazione del vino verso i giovani”. Ne è autore Antonio Catolfi, sotto la supervisione del prof. Enrico Menduni (Università di Roma Tre). Il “Foglio n. 2”, firmato da Silvia Torsi, seguita dal prof. Rizzo (Università di Siena) ha per titolo “Design della comunicazione - Un progetto per l’Enoteca Italiana e la Fortezza Medicea” e riguarda la nuova struttura dell’esposizione dei vini nei sotterranei della Fortezza e l’innovativo sistema di scelta delle bottiglie mediante un “palmare”. Nel “Foglio n. 3”, Michele Guerra, con la supervisione del prof. Omar Calabrese (Università di Siena), affronta il tema “Il linguaggio del vino - Alcuni spunti di analisi testuale sul vino”, dove vengono indagati i valori simbolici del vino attraverso il linguaggio di testi letterari e del cinema. Il quarto ed ultimo dei “Fogli” è dedicato a “Consumo e immaginario del vino tra i giovani. Riflessioni intorno a un questionario on line”. È costituito da 80 pagine realizzate da Angela Mengoni, seguita dal prof. Omar Calabrese (Università di Siena), dove si possono leggere gli esiti del questionario web su vino e nuove generazioni.
Il “Progetto Vino e Giovani”, voluto dal Ministero delle Politiche Agricole e dalle Regioni, viene illustrato nella premessa da Rosa Bianco Finocchiaro, (Coordinatrice Programma Interregionale Comunicazione ed Educazione alimentare) ed ha come scopo quello di leggere il rapporto che hanno le nuove generazioni con il vino.
Nella sua presentazione, l’On. Flavio Tattarini (Presidente Enoteca Italiana) sottolinea i buoni risultati ottenuti dal Progetto, che ha dimostrato come il patrimonio di storia e di cultura e lo stile di vita che il vino rappresenta per il nostro Paese possano essere comunicati e trasferiti ai giovani.
Una soffiata d’aria nuova e fresca aleggia in questi volumetti dalla grafica accattivante, con le belle copertine colorate tutte contrassegnate da un piccolo Bacco che disegna grappoli d’uva.

Massimo Vicenzini, Patrizia Romano,
Giovanni Antonio Farris
MICROBIOLOGIA DEL VINO
Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 2005, pp 494, Euro 43

L’opera, curata dai professori Vicenzini, Romano e Farris e realizzata grazie alla collaborazione di molti eminenti Autori, affronta argomenti di Microbiologia che percorrono tutta la filiera vitivinicola, dalla vite e dall’uva al prodotto finito, includendo aspetti quali la microbiologia dei tappi di sughero e l’igiene in cantina, fornendo anche nozioni metodologiche per la caratterizzazione dei microrganismi di interesse vinario.
Apre il volume una breve nota storica sul vino e sulla microbiologia enologica, a cura del prof. Bruno Biavati, attuale presidente della Società Italiana di Microbiologia Agro-Alimentare e Ambientale.
L’opera è articolata in 22 capitoli monografici ordinati secondo una logica di filiera in modo da rendere più facile la consultazione. In particolare i contenuti riguardano i funghi fitopatogeni della vite e tossigeni sull’uva; i lieviti e la fermentazione alcolica; i batteri lattici e la fermentazione malolattica; i batteri acetici e i difetti di origine microbica; le metodiche per la conta e la caratterizzazione genotipica e fenotipica dei lieviti e dei batteri malolattici; l’igiene in cantina, capitolo curato dal professor Annibale Gandini (Di.Va.P.R.A. Università di Torino), vincitore del Premio Giovanni Dalmasso 2006.
L’opera è completata da appendici dedicate alla classificazione e alla descrizione dei principali lieviti vinari, con alcune immagini al microscopio ottico, e da uno specifico glossario.
Questo lavoro si rivolge principalmente agli studenti universitari e agli operatori specializzati del settore vitivinicolo, ma fornisce anche informazioni utili e aggiornate a tutti coloro che desiderano approfondire le proprie conoscenze sull’identità, sulle proprietà metaboliche e sul ruolo dei microrganismi che possono intervenire lungo la complessa filiera vitivinicola, concorrendo a determinare, in termini positivi o negativi, la qualità del vino.

Antonio Calò, Attilio Scienza, Angelo Costacurta
VITIGNI D’ITALIA
Le varietà tradizionali
per la produzione di vini moderni
Edagricole, Bologna, 2006, pp. 920, Euro 99

Antonio Calò, libero docente in Viticoltura e direttore del CRA Istituto Sperimentale di Viticoltura di Conegliano, Attilio Scienza, ordinario di Viticoltura all’Università di Milano, Angelo Costacurta, direttore della Sezione Ampelografica e Miglioramento genetico del CRA Istituto Sperimentale di Viticoltura di Conegliano, sono i tre grandi nomi dell’ampelografia italiana che hanno curato questa seconda edizione, ampliata e aggiornata dei “Vitigni d’Italia”.
Si tratta di un’opera di grande portata che descrive tutti i vitigni iscritti al Catalogo Nazionale delle Varietà. Nella parte introduttiva sono riportati i risultati degli studi più recenti sulle varietà di vite coltivate, sui metodi di descrizione ampelografica e sul comportamento delle varietà nei diversi ambienti di coltivazione italiani. Si forniscono inoltre indicazioni sulle più frequenti omonimie e sinonimie che caratterizzano i vitigni italiani, sulle loro origini e sui vini che dalle loro uve vengono elaborati.
Sono state elaborate 371 schede varietali, ognuna delle quali presenta tre foto a colori per identificare grappolo, foglia e germoglio, brevi cenni storici, aree di coltivazione, principali caratteri ampelografici, fenologia, attitudini agronomiche e colturali, esigenze ambientali e colturali, sensibilità alle malattie e avversità, caratteristiche chimiche dell’uva, caratteristiche sensoriali del vino, per finire con l’utilizzo enologico delle uve. A completare queste informazioni sono inseriti l’elenco dei cloni omologati in Italia, l’elenco proponenti l’omologazione dei cloni, la descrizione sintetica dei principali cloni omologati in Italia e l’elenco dei vini Doc suddivisi per vitigno. Un piccolo glossario finale presenta e spiega le principali voci tecniche impiegate in Ampelografia. Questo lavoro, erede delle grandi opere di catalogazione e di descrizione fatte negli anni 1960 da eminenti studiosi, sarà una nuova opera di riferimento e si presenta come strumento molto utile per chi opera nel settore vitivinicolo.

Gian Gaspare Fardella, Stefania Chironi,
Filippo Sgroi
Aspetti produttivi, strutturali ed economici della
“NUOVA” VITICOLTURA SICILIANA
Università degli Studi di Palermo
Edizioni Anteprima, Palermo 2005 pp 175 www.anteprima.it

Questo studio vuole dare un contributo conoscitivo al processo di trasformazione che sta caratterizzando la viticoltura siciliana. Il lavoro è stato realizzato presso l’Unversità di Palermo, Dipartimento di Economia dei Sistemi Agro-Forestali. Ne sono autori Gian Gaspare Fardella, Professore Ordinario di Economia ed Estimo Rurale, Stefania Chironi, Professore Associato di Economia ed Estimo Rurale, Filippo Sgroi, Assegnista di Ricerca, Dipartimento di Economia dei Sistemi Agro-Forestali.
Negli ultimi dieci anni la produzione vitivinicola siciliana, che interessa attualmente una superficie produttiva di circa 123mila ettari, ha ottenuto successi di immagine e di mercato che derivano da una trasformazione sostanziale della filosofia produttiva.
In vigneto si è realizzato un importante ampliamento della piattaforma ampelografica. Accanto all’introduzione dei vitigni internazionali come Chardonnay, Muller-Thurgau, Merlot, Cabernet Sauvignon, Syrah, Cabernet Franc, che interessa circa ottomila ettari in produzione, si è svolta una sostanziale opera di recupero e valorizzazione di vitigni autoctoni, quali Inzolia, Grillo e soprattutto per quanto riguarda le uve nere, Nero d’Avola che con oltre 15.000 ettari di superficie, equivale al 13% dell’intera superficie regionale ad uva da vino. Oltre alle scelte varietali e clonali si sono attuate innovazioni in merito alla tipologia di impianto del vigneto, l’impiego di nuovi portainnesti, una appropriata densità di impianto, nuove forme di allevamento, di potatura e gestione della chioma.
In tale ampio contesto, questo studio si pone l’obbiettivo di fornire un’analisi conoscitiva della situazione strutturale e produttiva della nuova viticoltura siciliana, evidenziando i risultati economici conseguibili dalla gestione dei nuovi impianti viticoli nelle realtà produttive di maggiore significato delle province di Trapani, Agrigento e Palermo.

Paolo Massobrio
IL TEMPO DEL VINO
Rizzoli, Milano, 2006
pp 400, Euro 19

Milanese di origini monferrine, Paolo Massobrio, pur trovandosi ancora a pieno titolo nella schiera dei “giovani giornalisti enogastronomici”, ha già trascorso vent’anni occupandosi di vino.
In questo libro l’Autore racconta il suo rapporto con il vino e con le persone che ha incontrato, dalle quali ha imparato qualcosa o con le quali ha avuto una vicinanza particolare nel modo di sentire il vino.
Troviamo in queste pagine un susseguirsi di racconti personali, situazioni curiose, personaggi, storie che in qualche modo hanno segnato gli ultimi vent’anni di rivoluzione intorno al vino e che spiegano il fenomeno del vino italiano fatto di ingegno e di passione. La prima parte è piena di aneddoti che raccontano in brevi flash dei momenti di storia vissuta e richiamano alla memoria persone semplici o grandi personalità, alcune delle quali già trapassate e molto compiante, che hanno dato tanto per costruire l’attuale mondo del vino. La seconda parte è dedicata ai vini per ogni stagione. Sono 190 racconti, dove in una pagina l’autore rievoca un incontro con un produttore e le impressioni suscitate dai suoi migliori vini. Una appendice raccoglie le “cantine del cuore” di Massobrio, segnalate con i riferimenti essenziali, come l’indirizzo ed il vino rapresentativo.