EDITORIALE
di Giusi Mainardi

Un bastimento carico di…

Questo numero invernale di OICCE Times giunge a tutti i soci dell’OICCE e agli abbonati in questo inizio del 2007, quando l’anno nuovo è appena arrivato carico di speranze, di aspettative, di progetti per questo nostro mondo del vino.
Qualcosa resterà solo un sogno, qualcosa lo cominceremo, qualcos’altro si realizzerà, qualcosa ancora capiterà che non avevamo per nulla immaginato.
Credo che realizzare i desideri per il 2007 sarebbe più facile se si provasse a formularli chiaramente e a parlarne insieme.
Per questo vorrei porre una domanda a tutti voi lettori, ma la porrò al termine di questo editoriale, perché prima vorrei spiegarvi le ragioni per le quali mi permetterò di chiamarvi direttamente ad un dialogo.
OICCE è nata con due chiari obbiettivi.
Il primo è quello di rendere più facile il lavoro di tutti, in un mondo nel quale la complessità diventa sempre maggiore, fornendo nuove chiavi di interpretazione, un maggiore accesso alle informazioni, una più ampia divulgazione dei risultati della ricerca.
Il secondo obbiettivo è quello di ricordare che il nostro mondo è fatto di tradizioni, di radici comuni nuove e antiche, di una storia che ci ha preceduti e di una storia che insieme abbiamo oggi la responsabilità di costruire.
Questo numero della rivista mostra in modo evidente che l’impostazione di OICCE Times, questo nostro strumento di divulgazione, è specchio fedele degli obbiettivi essenziali dell’OICCE.
Senza farci distrarre dal glamour, dal gossip, dal patinato, dal superficiale, dal propagandistico, cerchiamo di arrivare ad una maggiore conoscenza del mondo del vino.
Annunciamo da questo numero l’inizio di una rubrica che presenta la realtà dei più diversi mercati internazionali del vino.
Vogliamo inoltre porre l’accento sull’importanza di una “scuola italiana” nella ricerca enologica, proponendovi l’originalità e l’attualità degli studi sui colloidi del vino, condotti dal professor Luciano Usseglio-Tomasset e dai suoi collaboratori, esperienza magistralmente raccontata dal dottor Mario Castino.
Vi diremo poi, attraverso diversi articoli, quanto sia importante mantenere e valorizzare il patrimonio genetico dei vitigni italiani, ma anche quanto sia rischioso abusare del termine “autoctono” nella comunicazione propagandistica.
Altri interventi di specialisti suggeriscono come muoverci più consapevolmente nel mondo dei marchi e presentano le difficoltà che si pongono nell’etichettatura dei vini italiani in ambito internazionale.
Diamo spazio alle terre del vino con il Mappavino dedicato all’isola di Cipro e proponiamo momenti della grande storia enologica italiana con il reportage sulla mostra torinese degli argenti da tavola in epoca romana.
I temi che tocchiamo sono tanti, ma siamo certi che non bastano mai.
Vorremmo conoscere meglio le aspettative del mondo del vino.
Vorremmo sapere con maggior precisione quali sono le necessità reali delle cantine e dei laboratori.
Vorremmo mettere a punto degli strumenti sempre più efficaci, più precisi, più adatti alle necessità di un mondo che è per sua natura complesso e mutevole.
Dopo queste premesse credo di poter formulare la domanda che vi preannunciavo all’inizio: “Di cosa vorreste carico il bastimento che arriverà nel 2007?”.
Quali sono le vostre aspettative, i vostri desideri? Ditecelo con una lettera, con una e-mail, oppure, ancora più facilmente, cliccando sulla piccola icona di un bastimento che troverete nella prima pagina del sito www.oicce.it.
Se lo volete, potrete dirci cosa desiderate e in questo modo forse potrete contribuire a rendere un poco più facile non solo il vostro, ma il lavoro di tutti.
Con l’augurio di una grande annata.