EDITORIALE
di Giusi Mainardi

In sintonia con l'ambiente

In questi ultimi anni si è aperta, soprattutto nei paesi di cultura anglosassone, un’ampia discussione sugli aspetti ambientali e di sostenibilità della produzione di uva e di vino.
Come molto spesso accade infatti, il mondo della vite e del vino risente in modo immediato e in molti casi amplificato delle discussioni che coinvolgono la nostra società. Proprio perchè il vino risuona nella nostra cultura in modo ampio e diffuso, è inevitabile che esso segua i cambiamenti del mondo che lo circonda. La salvaguardia dell’ambiente è uno dei grandi temi che segnano il nostro tempo. Anche il mondo della vite e del vino si sente coinvolto, e certamente lo è.
Non si tratta solo più di discutere a proposito di viticoltura biologica o biodinamica. Si presentano vini OGM-free, si dichiarano cantine ad “emissione zero”, si predispongono dei bilanci sociali attenti al contesto socio-economico, culturale e ambientale, si aprono commerci solidali anche nel settore enologico. In risposta a queste tendenze, alcuni supermercati europei stanno pensando di chiedere l’apposizione in etichetta di indicazioni sulle emissioni di
anidride carbonica, si progettano centri di imbottigliamento vicini al mercato di vendita dei prodotti, in modo da consumare meno carburante per il trasporto, si analizzano possibilità di contenitori più leggeri del vetro anche in termini di compatibilità ecologica...
Sui giornali specializzati o generalisti, su Internet, nelle fiere: le informazioni sull’approccio ecologico ed etico delle aziende si moltiplicano.
È chiaro che tutti questi progetti devono essere comunicati, ma a volte si ha l’impressione che la comunicazione primeggi sulla sostanza. Le discussioni aperte sono molte,ma non sempre coordinate tra loro, e talvolta sembrano portare a risultati per certi versi contradditori: utilizza certamente meno risorse naturali un vino da tavola imbottigliato a Londra per la vendita in Gran Bretagna, piuttosto che una bottiglia ottenuta con una viticoltura ecocompatibile ma trasportata a Londra dalla Nuova Zelanda o dal Sud Africa.
Anche in viticoltura esistono oggi modelli di sostenibilità differenti, da quello francese, utilizzato ampiamente in Champagne, denominato “Agriculture Raisonnée” a quello neozelandese “Sustainable Winegrowing New Zealand”, che presentiamo in questo numero della rivista, dal sudafricano “Integrated Production of Wine”, al “Sustainable Winegrowing Alliance” della California. Tutti con aspetti diversi l’uno dall’altro.
Di fronte a questo, l’OIV sta predisponendo delle linee guida non solo per cercare di uniformare e rendere omogenei i protocolli, ma anche per indirizzare nazioni ed aree geografiche che non hanno ancora iniziato questo approccio e per aiutarle ad affrontarlo in modo coerente con quanto di positivo è stato fatto altrove.
La vitivinicoltura sostenibile è definita dall’OIV come l’“approccio globale alla scala dei sistemi di produzione e di trasformazione delle uve, associando contemporaneamente la perennità economica delle strutture e dei territori, l’ottenimento di prodotti di qualità, la presa in considerazione delle esigenze di una viticoltura di precisione, dei rischi legati all’ambiente, alla sicurezza dei prodotti e alla salute dei consumatori e la valorizzazione degli aspetti patrimoniali, storici, culturali, ecologici e paesaggistici.
OICCE Times ha dato sempre molto spazio a tutti questi elementi; basta percorrere l’indice degli articoli pubblicati negli ultimi due anni per riscontrarlo.
Attualmente la nostra associazione è coinvolta a diversi livelli per cercare di comprendere quali siano i passi ottimali da compiere e le discussioni da affrontare. Per cominciare, il consorzio per l’acquisto di energia elettrica che abbiamo costituito nel 2000 è già diventato anche un attivo propugnatore dell’energia da fonti rinnovabili. All’interno dell’OICCE è stato costituito un gruppo di lavoro per l’analisi delle tematiche dello sviluppo sostenibile.
Nei convegni che organizzeremo nel 2008 ci sarà uno spazio per la presentazione di questi importanti temi.
Ed infine, certamente la nostra rivista continuerà a pubblicare informazioni e articoli che presentino proprio l’approccio globale alla filiera vitivinicola, valorizzandone la cultura, i paesaggi, la storia, associando tutti questi elementi ai metodi rispettosi dell’uomo e dell’ambiente che siano efficaci per l’ottenimento di prodotti di qualità.