BIBLIOTECA OICCE


Giancarlo Scalabrelli
Viaggio nella Toscana del 2050
Edimond Città di Castello, 2008, pp. 124, Euro 16

Il professor Scalabrelli, ordinario di Viticoltura presso il Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose presso l’Università di Pisa, autore di numerosi articoli e testi scientifici, ha provato con successo a cimentarsi nel genere letterario del romanzo. L’Autore immagina di vivere nel 2050, in un’epoca in cui, a causa dei danni che l’uomo ha procurato all’ambiente, l’umanità è costretta a vivere subendo le gravi conseguenze del mancato rispetto portato al pianeta. Non esiste più carburante ed i mezzi per spostarsi sono soltanto barche e remi, taxibici, carrozze. Non ci si può esporre a lungo ai raggi di un sole sempre più pericoloso e speciali meccanismi segnalano alle persone quando è necessario ripararsi in “tunnel di compensazione” e bere per idratarsi. L’Io narrante è un funzionario della Bioregione, governata da una Reggente, che interroga i cittadini in merito alla coltivazione degli orti famigliari, consuetudine necessaria per poter disporre di frutta e verdure fresche. Secondo una tradizionale e fortunata formula applicata in celebri opere della letteratura agronomica, in forma di dialogo l’Autore fa parlare i personaggi di tecniche di coltivazione, di concimazione, di innesti, ma anche di argomenti economico-sociali, di governo del territorio e innovazioni per le future generazioni, evidenziando le difficoltà che si dovranno affrontare per acquisire una nuova coscienza ambientale e per indurre finalmente l’uomo ad un corretto rapporto con la natura. Non poteva mancare la discussione sulla viticoltura. Nelle nuove condizioni c’è ancora viticoltura ad Artimino, ma con metodi totalmente cambiati. Dal 2025 sono state introdotte viti ingegnerizzate: Sangiocabelot, Colorinetto, Trebbinaria o Malvanentris, Regiranieri. Vanno bene per il vino, per il succo, per l’uva da tavola. La varietà più interessante sarebbe però l’Uvatreses, derivante dall’Uva delle tre volte con l’aggiunta di un gene per la resistenza alle basse temperature e uno per la resistenza alle malattie crittogamiche. La sua maturazione scalare permette di raccogliere l’uva più volte e in più tempi. Non c’è più bisogno di fare trattamenti antiparassitari, non si usa più nessun concime, se non il compost riciclato dalle biomasse prodotte nel vigneto, l’erba sfalciata e il letame dei muli. Ormai non c’è più possibilità di usare mezzi meccanici per la lavorazione. Il commercio dell’uva e del vino si fa con cavalli da tiro o con barconi… Il nuovo assetto però ha cambiato il ritmo di vita divenuto meno frenetico, più umano, con la riscoperta del ruolo della natura, che era stato trascurato. “Danzare un valzer con la Natura significa liberarsi dalla falsa e controproducente necessità di dominarla, nella ricerca di un dialogo reale che può nascere solo dalla volontà di conoscere per poi comprendere”, così scrive Giacomo Tachis nella sua pregevole prefazione al libro.

Donato Lanati
La storia del vino
Enosis srl, Fubine, 2009, pp. 68

Simpatico e originale, questo libro è la realizzazione di un altro dei sogni di Donato Lanati: quello di raccontare in modo semplice e divertente una storia che è in realtà molto seria e complessa. Obbiettivo raggiunto. Il risultato è un libro colorato ed attraente, illustrato da un’ottima professionista come Laura Pellegrini (Ellekappa) in modo davvero centrato. Il percorso di lettura può seguire diverse strade, tutte interconnesse, ma anche in certo modo indipendenti: le quartine in rima alternata che accompagnano le figure possono essere lette a sé stanti come una infantile (nel migliore e più vero significato che ha questo termine) e poetica mini-storia del vino; un altro percorso può seguire le spigliate illustrazioni a fumetti, i disegni vivaci ed informali, ma rigorosamente precisi e dettagliati nel presentare simboli ed avvenimenti enoici; poi ci sono i testi veri e propri, che percorrono concisamente e in modo accattivante le più significative tappe della storia enologica: le origini caucasiche, le civiltà del passato, il Medio Evo, la scoperta del Nuovo Mondo, Louis Pasteur, la fillossera (Giusto intorno all’Ottocento dall’America idealista giunge un afide violento con un’indole teppista. Con furor da terrorista sulle viti assai infelici lui si avventa, le devasta poi ne squassa le radici. All’agguato disonesto e alla vigna ormai confusa si risponde con l’innesto di radici Made in Usa.) poi la nascita dell’Ampelografia, l’evocazione del grande patrimonio viticolo che distingue l’Italia. Il suggerimento è di godersi tutti insieme questi diversi spunti, uno rafforzante l’altro, disegni, poesiole e racconto. Questa “favola” del vino potrà sicuramente essere apprezzata dai bambini, ma non solo. Ad ogni pagina non si può trattenere un sorriso, che è poi la missione stessa del vino: darci un po’ di felicità.

Osterie d’Italia Sussidiario del mangiarbere all’italiana 1990-2010
Slow Food Editore, 2009, pp. 912, Euro 20

Questa guida di grande successo festeggia i vent’anni di pubblicazione. Carlo Petrini nella prefazione riafferma lo spirito che portò alla decisione di stampare la prima edizione: la ricerca di socialità, identità e convivialità. Queste le caratteristiche dell’osteria perfetta che deve offrire anche l’occasione di una genuina e semplice convivialità accanto all’elaborazione dei piatti delle tradizioni regionali, a prezzi ragionevoli. “Sussidiario del mangiarbere” è il sottotitolo singolare che fu suggerito da Folco Portinari, uno dei “padri” dell’opera, perché, come il sussidiario della Scuola elementare, che conteneva le nozioni di base per orientarsi in tante materie, così la guida doveva essere una compagna capace di guidare nel gran mare delle cucine popolari italiane. Decine di collaboratori attivi in tutte le regioni d’Italia sono andati alla ricerca di locali da segnalare per l’ambiente, la cucina, l’accoglienza. Sono più di 1600 i locali consigliati e raccontati, in Italia e nel Cantone Ticino. Sono suddivisi per regioni e ad aprire le rassegne regionali ci sono le introduzioni veramente “gustose” di personaggi della cultura, dello spettacolo, dello sport, del giornalismo come Marco Albarello, Folco Portinari, Lella Costa, Enrico Vaime, Neri Marcorè, Alessandro e Giuseppe Laterza, Francesca Neri, Gaetano Cappelli, Alberto Sinigaglia, Enrico Vaime e molti altri. La Chiocciola di Slow Food, il riconoscimento più importante della guida, è stata assegnata a 221 locali. Il Piemonte, con 26 indirizzi, è la regione con il maggior numero di osterie premiate. Due altri simboli, una bottiglia e una mezzaluna di formaggio, indicano poi le cantine più fornite e i locali che presentano la migliore selezione di formaggi; una segnalazione particolare è poi riservata ai locali accessibili ai disabili e a quelli che offrono menù adatti agli intolleranti al glutine. La copertina qui presentata figura sulle copie sponsorizzate da EGEA (Ente Gestione Energia e Ambiente).

Andrea Longhi (a cura di)
Cadastres et Territoires Catasti e territori
Politecnico di Torino Alinea Editrice, Firenze, 2008, pp 384

Evocare i catasti può, davvero erroneamente, far nascere degli sbadigli. In realtà i catasti non sono polverosi, silenziosi e noiosi documenti, ma fonti vive e preziosissime, testimonianze precise ed attendibili. Lo dimostra bene questo lavoro, che è stato realizzato da una équipe di specialisti internazionali e interdisciplinari, i quali hanno studiato il paesaggio alpino e pedemontano tra Savoia, Valle d’Aosta e Piemonte. Questi diversi territori ora separati amministrativamente, ma uniti da una storia condivisa per molti secoli, sono stati letti attraverso il catasto sabaudo dei primi decenni del Settecento, esperienza pilota della catastazione moderna in Europa, e il catasto di età napoleonica. Il lavoro, sviluppato nel quadro di un programma di iniziativa comunitaria Interreg III A Alcotra ha visto operare insieme­ i geografi dell’Université de Savoie, storici del territorio, architetti del Politecnico di Torino, oltre a gruppi di ricerca locali: Comunità Montana Grand Combin della Valle d’Aosta, città di Pinerolo e Comunità montana Pinerolese in Piemonte, consorzi intercomunali del Canton d’Aime, di Haute-Maurienne e delle valli di Aulps e di Abondance della Savoia. Questa collaborazione ha realizzato l’ambizioso progetto di far parlare i catasti storici per una valorizzazione del patrimonio storico-paesaggistico volta allo sviluppo locale dei territori alpini. L’analisi dei catasti storici infatti si mostra preziosa per l’interpretazione del paesaggio e per il governo del territorio. Il libro, con testi in Italiano e Francese, è corredato di un apparato iconografico pregevolissimo che va dalla riproduzione di antichi registri e documenti cartografici alle immagini fotografiche attuali degli splendidi territori analizzati.